La riunione di condominio
Con La riunione di condominio, Santiago Requejo porta sul grande schermo una storia che parte da una situazione tanto quotidiana quanto banale: un’assemblea di condominio. L’occasione sembra di quelle di routine, una discussione sulla sostituzione dell’ascensore, ma ben presto il dibattito prende una piega inaspettata. L’annuncio dell’arrivo di un nuovo inquilino affetto da disturbi mentali accende infatti un confronto serrato che mette a nudo paure, pregiudizi e ipocrisie nascoste dietro le apparenze.

Il film, tratto dal cortometraggio Votemos, dimostra fin dalle prime battute la capacità del regista di trasformare uno spazio chiuso e ordinario come una sala condominiale in un microcosmo umano sorprendentemente ricco. Lì dentro, tra battute caustiche e improvvisi momenti di silenzio, ogni personaggio diventa lo specchio di un atteggiamento sociale diffuso: chi si trincera dietro una falsa tolleranza, chi mostra apertamente diffidenza, chi tenta di mediare senza riuscirci.
Uno dei punti di forza della pellicola è proprio l’equilibrio fra leggerezza e profondità. Requejo utilizza i toni della commedia per affrontare un tema delicato come quello della salute mentale, riuscendo a strappare sorrisi senza rinunciare alla riflessione. L’umorismo, qui, non è mai banale: diventa un’arma sottile per smascherare le contraddizioni della nostra società, spesso pronta a proclamare inclusione e accoglienza, ma ancora restia a praticarle davvero.
Fondamentale in questo meccanismo è il lavoro del cast corale, che restituisce un quadro credibile e variegato di personaggi. Attori come Clara Lago, Tito Valverde e Gonzalo de Castro danno vita a figure riconoscibili, ciascuna con le proprie fragilità e contraddizioni, contribuendo a rendere la riunione un concentrato di umanità che lo spettatore sente vicino, quasi familiare.
La scelta di ambientare l’intera vicenda in un unico edificio nel cuore di Madrid amplifica la tensione drammatica: lo spazio chiuso obbliga i personaggi a confrontarsi senza vie di fuga, e lo spettatore finisce con l’avere la sensazione di partecipare egli stesso a quell’assemblea. È un piccolo teatro sociale, dove si alternano risate, imbarazzi e prese di posizione radicali, fino a un crescendo che lascia spazio alla domanda di fondo: quanto siamo davvero pronti ad accogliere la diversità?
La riunione di condominio si rivela così una commedia intelligente e pungente, capace di intrattenere e al tempo stesso stimolare il pensiero critico. Santiago Requejo firma un’opera apparentemente semplice, ma ricca di sfumature, che invita a riflettere sul nostro modo di vivere in comunità e sul confine sottile che separa la convivenza dalla diffidenza.
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